Category: SVILUPPO PERSONALE

Modulo Group sostiene la mostra d’arte “Percepire e Comunicare: esperienze visive di Artisti contemporanei”.

Modulo Group sostiene la mostra d’arte “Percepire e Comunicare: esperienze visive di Artisti contemporanei”.

Percepire e Comunicare: la mostra d’arte che esplora le radici dell’arte concreta e programmata.

Siamo entusiasti di comunicare il nostro supporto alla mostra “Percepire e Comunicare. Esperienze visive di artisti contemporanei”, un progetto che riunisce opere di maestri del ‘900 e artisti contemporanei per raccontare l’evoluzione dell’arte concreta e programmata.

Organizzata dal Comune di Mirano, dal Gruppo C.O.N.V.I.D., e dalle associazioni Casa Mia Santa Bertilla e Casa Delle Muse, la mostra è allestita nella storica Barchessa Giustinian Morosini “XXV Aprile” a Mirano.

Con una selezione di opere che attraversa decenni di ricerca artistica, il percorso espositivo presenta artisti come Sara Campesan, Franco Reale Frangi, Piero Risari concludendo con i lavori del Gruppo C.O.N.V.I.D., collettivo guidato dall’artista padovano Roberto Sgarbossa.

Gli artisti presenti analizzano il linguaggio percettivo che il nostro cervello usa e immagazzina attraverso l’occhio.

La mostra sarà aperta fino al 3 novembre 2024 e sarà un’occasione imperdibile per riflettere su come l’arte può modellare la percezione e comunicare valori e idee che superano il tempo. L’ingresso è gratuito, e sono disponibili orari di visita flessibili.

Orari di visita:

  • Mattina su appuntamento
  • Giovedì, venerdì e sabato: 16.00 – 19.30
  • Domenica: 10.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30
  • Dall’1 al 3 novembre: 15.00 – 17.30

Location: Barchessa Giustinian Morosini “XXV Aprile”, via Mariutto 1, Mirano.

“Gli artisti contemporanei ci fanno comprendere l’urgenza di infrangere ogni certezza verso una nuova dimensione creativa”.

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Valori e Cultura ai tempi del CoronaVirus

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Valori e Cultura ai tempi del CoronaVirus

Tranquilli, non spaventatevi.

Non parlerò di “Cultura” anche se pensando al nostro patrimonio culturale, in questi giorni blindato, un pò di magone per gli effetti negativi sul nostro turismo culturale, mi si accende.

Volevo invece prendere lo spunto da una riflessione di un amico, Tomas Barazza di H-farm, per approfondire un elemento che arricchisce le riflessioni che spesso ultimamente propongo in relazione al mondo delle imprese e più specificatamente nel mondo delle imprese di famiglia.

Mai come in questo momento abbiamo la fortuna di misurare l’attaccamento del nostro “Capitale Umano“.

Nelle imprese di famiglia abbiamo visto molte volte dimostrazioni di affetto dei dipendenti con pagine pubblicitarie, targhe commemorative, flash-mob e altro ancora, dedicate all’imprenditore di riferimento.

Certamente ottime dimostrazioni di affetto e di riconoscimento verso il fondatore o rispetto alla famiglia di riferimento.

Tutto sincero e credibile quanto difficile da misurare rispetto all’impegno quotidiano.

Lo smart-working è certamente una nuova opportunità che nessuno avrebbe pensato di mettere alla prova in un modo così pervasivo e rilevante.

Certo ci sono aspetti organizzativi e ambiti psicologici che sono impattati da questo nuovo vincolo.

Io desidero soffermarmi su un aspetto che mi sembra particolarmente rilevante e legato alla misurazione delle attività svolte dalle persone in condizioni di mancanza di controllo.

Ho trovato spesso realtà dove la presenza a fine giornata, la luce dell’ufficio acceso fino a ore tarde, essere l’ultimo ad uscire in auto, erano considerati elementi di valore. Se ci sei produci. Se sei in giro come posso misurare la quantità, prima ancora della qualità, dedicata alla mia impresa?

Oggi tanti addetti possono lavorare da casa.

Certo i progettisti o gli informatici (scusandomi per la semplificazione della classificazione, e scusandomi soprattutto con gli ingegneri…) sono da molto ormai abituati ad operare per progetti e la qualità del loro lavoro passa prima di tutto sul rispetto dei termini di consegna.

Per tutti gli altri come posso essere sicuro della dedizione e dell’impegno ad operare al meglio per l’impresa?

Mai come in questo momento ci renderemo conto dell’attaccamento del nostro personale al lavoro e al miglioramento continuo nei compiti solo e soltanto se avremo costruito una cultura solida e un vero allineamento ai valori dell’impresa.

Oggi avremo una cartina di tornasole unica per comprendere chi opera realmente con passione nella nostra impresa e condivide la visione di fondo.

Per molti imprenditori sino ad oggi era difficile spiegare il significato di merito e di attaccamento all’impresa. Oggi potranno toccare con mano quanto le persone possano contribuire alle attività e alla continuità dell’impresa grazie all’impegno e allo stimolo quotidiano a migliorarsi.

Stimoli e impegno che non nascono e si sviluppano solo per un riconoscimento monetario ma al contrario per passione e per la soddisfazione quotidiana di contribuire allo stesso sogno dell’imprenditore.

Personalmente non credo che lo smart-working sia destinato a soppiantare le relazioni interpersonali nei corridoi, nelle sale riunioni o nelle pause caffè aziendali.

Credo e mi auguro che questo tempo trascorso in quarantena, lavorando da casa, abbia aiutato le imprese a comprendere se si è fatto un buon lavoro sulle fondamenta del nostro “capitale umano“. Se avremo avuto un riscontro sincero e efficace di reale attaccamento alla continuità dell’impresa, potremo orgogliosamente affermare di aver seminato e lavorato per consolidare una cultura di successo.

Al contrario avremo compreso che al nostro rientro dovremo ripartire dalla costruzione di una maggiore consapevolezza dei valori dichiarati e praticati che sono alla base della “cultura” della nostra impresa assieme al sogno, allo scopo e al perchè facciamo quello che facciamo.

Da questo ripartiremo nelle prossime settimane, perchè da casa, o nelle nostre nuove postazione di lavoro, ripartiremo con collaboratori che avranno più o meno compreso l’attaccamento all’impresa perchè oggi è finalmente parte della loro vita quotidiana affinchè il primo pensiero della giornata di lavoro sia dedicato alla vostra impresa.

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Due motivazioni più di altre

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Due motivazioni più di altre

I grandi leader sanno fare in modo che i propri collaboratori li seguano con orgoglio, ma – affinché ciò avvenga – occorrono due motivazioni.

La prima è legata alla grandezza e, quindi, all’attrattiva del sogno del leader, perché ci sentiamo spontaneamente attratti da quelle persone che hanno grandi sogni. Ci sono diversi casi che potremmo ricordare: per esempio, Federico Grom – che ha creato un’azienda con il sogno di produrre il gelato migliore senza ricorrere a coloranti, aromi, conservanti ed emulsionanti – oppure Steve Jobs, con il suo desiderio di trasformare diversi settori del business, dall’informatica alla musica e alla telefonia.

Ciò che nessuno ha mai fatto prima è un qualcosa che emoziona, che stimola, che unisce. Se pensiamo a ciò che nessuno ha mai pensato, prima o poi forse riusciremo a realizzarlo. Tutti noi accettiamo scommesse e, proprio a causa della nostra natura, vogliamo scommettere su ciò che è irrazionale. Possiamo attirare a noi persone dalla visione “profetica” proprio per questo, perché il pensiero rivoluzionario attrae molti talenti e infinite risorse.

Il politico e imprenditore Rudolph “Rudy” Giuliani afferma che il leader è la persona che sa qual è l’uscita quando la casa va a fuoco, il leader è quello che dice che sa qual è il futuro.

La seconda motivazione è nel fatto che un leader vive in base a determinati valori. Lo scopo è l’aspetto più importante e – almeno a giudicare da diversi Senior che ho conosciuto, molto abili nell’“accendere” gli altri – il vero leader è di solito una persona che ha un alto senso etico. Con ciò intendo dire che ha alcune idee di fondo sulle persone e sui rapporti con gli altri che raramente accetta di violare.

Un valore è una caratteristica, una qualità che dà pregio a una persona. Se prendessi me come esempio, potrei affermare che sono concreto, che preparo ottime presentazioni, che mi circondo di validi collaboratori, che riesco ad aiutare le imprese a migliorare le loro prestazioni e, soprattutto, che sono una persona onesta e leale. Probabilmente, nella mia vita ho fatto numerosi errori ma questi valori sono per me imprescindibili. Se agissi senza rispettarli, dopo un po’ finirei con lo snaturare me stesso. Ed ecco le domande che dovreste porvi:

• Quali sono le cose che ritengo veramente importanti nella vita?

• Quali sono le cose che ritengo veramente importanti nel lavoro?

Queste domande vi aiuteranno a mettere a fuoco ciò che vi definisce, quasi come una specie di “carta costituzionale” di voi stessi. Andare contro i vostri valori equivarrà a indebolire la vostra autostima e l’efficacia con la quale agite.

Jeffrey R. Immelt, l’attuale amministratore delegato della General Electric Company, sostiene che, per guadagnarsi la fiducia degli altri, è necessario avere valori. In effetti, i valori hanno a che fare con la coerenza personale, ci danno un forte senso di chi siamo, in che cosa crediamo e della squadra in cui giochiamo. Anche se creaste un grande impero finanziario, ma non aveste il tempo per parlare con le persone, a cosa servirebbe esserci riusciti?

I valori definiscono chi siamo e costituiscono anche la base dell’etica del gruppo, nel quale è necessario impegnare del tempo per stabilire quali sono le cose realmente importanti in cui si crede. Senza valori condivisi un gruppo non può esistere.

Esistono tante, fin troppe, regole e, quando dobbiamo stabilirne un gran numero, significa che abbiamo fatto un lavoro mediocre in quanto a semina dei valori. Chi va contro i valori deve essere emarginato, perché snatura il legame di coesione del gruppo. Un uomo che non lotti per i valori non è nemmeno degno di questo nome uomo, perché sono valori a risvegliare il grande uomo che è in ognuno di noi. Quando parliamo di temi come quello della libertà o dell’uomo messo al centro di ogni cosa, tutti si emozionano. I valori sono una questione più di pancia che razionale.

Parlare e portare dei valori in azienda non dà risultati economici nel breve, ma diventa un qualcosa che cambia l’impresa nel profondo. I valori ci rappresentano e il solo tentativo di violarli negherebbe la nostra stessa esistenza. I buoni leader ci fanno essere uomini migliori proprio perché ci aiutano a definire dei valori. Un gruppo che è nato attorno a una persona (il Senior) che ha proposto dei valori, che ora, magari, sono stati dimenticati, può riscoprirli attraverso il Junior, che a sua volta potrebbe crearne di nuovi. È sempre andata così: a partire dalla Dichiarazione d’indipendenza delle colonie americane fino alla Costituzione italiana, possiamo trovare tantissimi valori che definiscono il modo in cui uno Stato dovrebbe funzionare, e da un pugno di valori sono nate due delle economie più importanti nel mondo occidentale.

Seguendo i valori, scateniamo in noi emozioni positive e, armati di esse, ci mettiamo in azione. Tutti abbiamo bisogno di emozioni, tutti abbiamo bisogno di percepire quel particolare battito di cuore che ci fa sentire invincibili. Ponetevi adesso queste domande:

  • Chi sono? Che tipo di persona sono?
  • Che cosa voglio realizzare?

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